Qualche anno fa abbiamo lanciato la proposta di intitolare una piazza o una strada significativa ad Alex Langer; la amministrazione comunale, nella persona dell’attuale sindaco, ha risposto negativamente;

non siamo inclini a fare della toponomastica una occasione di scontro o di lotta politica.

Certo che il comportamento del comune di Bologna è poco comprensibile; a cosa può essere addebitabile?

Dobbiamo pensare più che ad un dissenso sul contenuto della proposta,ad una questione di relazione; Bologna è una città “disturbata” nelle relazioni tra istituzioni e cittadini; spesso ol problema non è cosa si propone,ma chi propone.

Alex è stato un “hoffnungstrager”, un portatore di speranza, ricordato in tutta Italia, spesso presente a Bologna per manifestazioni e convegni, prima militante di Lotta Continua e direttore del giornale dello stesso movimento, poi solido  punto di rifermento;è ovvio e noto che il pensiero politico di Alex vive anche nell’ Ecoistituto a lui intitolato con sede a Bolzano;

sarà nostro impegno nel prossimo futuro far conoscere meglio e di più anche nel nostro territorio;

sopratutto Alex è stato un costruttore di ponti a cominciare dalla sua nota battaglia contro le divisioni linguistiche e sociali nel sud Tirolo ( conflitto mai totalmente superato e riacutizzatosi di recente);

Alex vive nelle lotte per la difesa dell’ambiente e della giustizia sociale; Alex vive nella accoglienza agli immigrati e il consiglio comunale attinge alla sua cultura politica quando si appresta a discutere (una proposta già attuata da altri enti locali,come la provincia di Pesaro)  della cittadinanza onoraria ai bambini di famiglie immigrate nati in Italia anche se, fosse al governo lui,oggi , avrebbe già da parecchio tempo rotto gli indugi sulla  inevitabile priorità dello ius soli rispetto allo ius sanguinis;

purtroppo siamo alla mercé di un governo che non attinge alla cultura sociopolitica di Alex, né segue le orme della politica di Obama (a parte le ricorrenti ed opportunistiche dichiarazioni di stima); Obama che ha decretato il diritto di cittadinanza per 800.000 giovani di origini sudamericane ;dobbiamo prendere atto che il governo, quello italiano,  che aveva “promesso” di affrontare positivamente la questione entro il mese di giugno , invece, non da segnali decisionali concreti su questo argomento;

a Bologna ci sono numerosissimi bambini nati in Italia e sottoposti all’indecente ed umiliante percorso del permesso di soggiorno di sei mesi in sei mesi; solo una società perversa e fortemente disturbata sul piano delle relazioni umane può pensare ad una infanzia vissuta e scansionata con ansiogeni ed iniqui permessi temporanei.

Dobbiamo insistere,come sempre, anche sulla questione di Reuf Islami la strada è stata lunga; il comune ha di recente, nella sostanza, approvato la nostra proposta;

questo è segno della necessità e utilità di non desistere e di cercare costantemente il dialogo;

così è nostro dovere insistere per Alex in particolare per far conoscere ai giovani il suo messaggio e la usa azione sociopolitica;

abbiamo persino una proposta logistica: ad Alex si potrebbe dedicare quella strada che pare esistere ex novo per l’attraversamento dell’ex campo rom della zona  s. Caterina di Quarto;

un luogo storico per Bologna, storico e tragico per quello che è successo.

Nella prospettiva che abbiamo di “insistere” sulla proposta rilanciamo l’appello dell’anno scorso, di inviarci testimonianze e ricordi della presenza di Alex a Bologna negli decenni passati.

Vito Totire, portavoce circolo “Chico” Mendes

Bologna,2 luglio 2012