James Brophy e colleghi hanno appena pubblicato sulla rivista internazionale Environmental Health una ricerca che affronta questo tema.

Il cancro alla mammella è il tumore più diffuso tra le donne dei paesi cosiddetti sviluppati. James Brophy e colleghi si sono posti l’obiettivo di identificare l’associazione tra il cancro alla mammella e le occupazioni lavorative, in particolare nel settore dell’agricoltura e dell’industria.

I ricercatori hanno condotto la loro ricerca in Ontario (Canada). È uno studio caso controllo, in cui a ciascuna delle circa 1000 donne con diagnosi di tumore, che volontariamente hanno aderito alla ricerca, è stato associato almeno un controllo, ossia una donna sana estratta dalla popolazione residente in quell’aria con caratteristiche simili alle donne affette dalla patologia. Gli studiosi hanno intervistato le partecipanti alla ricerca, raccogliendo dati sulla storia occupazionale e riproduttiva e su variabili demografiche e fattori di rischio legati agli stili di vita (fumo, alcol, attività fisica, peso ecc.).

Esperti del settore hanno attribuito a ciascun settore di attività economica una probabilità bassa moderata o alta di insalubrità.

Gli autori hanno osservato un rischio maggiore di cancro alla mammella tra le donne con una occupazione ad alta probabilità di esposizione a cancerogeni e interferenti endocrini.

I settori a maggiore rischio includono i bar e le sale da gioco, l’industria plastica automobilistica, il settore metallurgico, l’industria conserviera-alimentare e l’agricoltura.

Questi risultati confermano precedenti ricerche sullo stesso argomento e, come evidenziato da James Brophy e colleghi “rimarcano l’importanza di studi occupazionali per identificare e quantificare i fattori di rischio ambientali […] e la necessità di rivedere i limiti di legge sulle esposizione a sostanze cancerogene ed interferenti endocrini”.

Lecce, 22 novembre 2012