I Direttori Generali a scuola nelle Asl pugliesi. Di Maurizio Portaluri

Il direttore generale di una ASL è una figura che oserei definire “parafulmine” nella dialettica tra i vari interessi in gioco nel servizio sanitario italiano.
Nominato dalla giunta regionale per legge, ne dipende in maniera totale, nel senso che dovrebbe eseguirne le linee di indirizzo.
In realtà è sovraccaricato di richieste politiche in gran parte tese a soddisfare esigenze individuali o di gruppo sponsorizzate da questo o quel politico o sindacato.
Il suo potere, infatti, è totale, come un giudice monocratico.
In realtà, posto alla testa di una struttura con non meno di 4000 dipendenti diretti ed un migliaio indiretti, non riesce assolutamente a controllare tutto sebbene risponda di tutto ciò che accade.
Su questa sua forza/debolezza gioca molto il potere politico e sindacale.
La sanitopoli pugliese ne ha decapitato qualcuno e la politica ne è uscita indenne, almeno stando all’esito delle ultime regionali.
Che il controllo sia quasi impossibile lo dimostrano, ancora una volta, le recenti vicende giudiziarie dell’ospedale di Altamura, dove alcuni dirigenti amministrativi avrebbero fatto, secondo l’accusa, il bello ed il cattivo tempo pressoché indisturbati.
Ma la propaganda è propaganda.
E così nel 2010 la giunta regionale, stravolgendo la legge nazionale sul reclutamento dei direttori generali che comunque rimane una operazione politica e non meritocratica, invita i quasi 400 iscritti negli elenchi regionali ad un esame al quale si presentano in 148.
Di questi solo 33 però superano il test (scritto e orale) e vengono avviati ad un corso da supermanager.
Il messaggio propagandistico è chiaro.
Stiamo formando il meglio del management per governare le ASL.
Guarda caso nei 33 ci sono tutti i 10 direttori generali in carica, compresi quelli che nonostante l’incremento delle assegnazioni finanziarie, hanno chiuso i bilanci con un disavanzo ancora maggiore degli anni precedenti (vedi i bilanci 2008 quando solo la ASL LE e BAT riducono il disavanzo). Ma tant’è!
La novità più sorprendente, per me ovviamente, è che in queste settimane è stato sbandierato con comunicati altisonanti il “practicum” che i 33 hanno iniziato nelle ASL pugliesi, quelle stesse che dovrebbero essere risanate. Un vero controsenso.
Premesso per l’ennesima volta che non ho partecipato all’esame suddetto perché non sono più, personalmente e politicamente, interessato a far il direttore generale, leggendo questa notizia mi sono ricordato che durante il mio breve mandato mi premurai di stipulare una convenzione gratuita con la ASL di Bologna dove inviare i dirigenti della ASL da me diretta ad imparare qualcosa di buono.
Io stesso ricordo di aver visitato il Pronto Soccorso dell’ospedale di Bentivoglio (diretto da un medico tarantino) e di esserne rimasto affascinato. Eppoi un distretto di Bologna dove c’era la medicina generale e la specialistica più frequentemente richiesta (compresa l’ecografia) nonché la farmacia per la dispensazione diretta dei farmaci, tutte concentrate concentrate in uno stesso stabile a disposizione dei malati.
Cosa potranno imparare di più e di meglio gli aspiranti direttori generali girando per le ASL pugliesi?