Di Emilio Gianicolo

Un virus ha sconvolto nel 2020 la vita di milioni di persone. Ha colpito in modo marcato i più deboli per anagrafe o a causa di malattie croniche e deprivazione economica e sociale. Anziani e poveri sono state le vittime principali della pandemia, ovunque nel mondo, ed in particolare dove dominano le disuguaglianze. Non solo. Il virus ha ampliato la forbice ricchi-poveri, soprattutto nelle regioni dove le persone sopravvivono per mezzo di attività legate all’economia informale.

Le misure seguite per contrastare la crisi sanitaria sono numerose, di diverso tipo e coprono un ampio spettro che va dall’uso di farmaci nella fase acuta della malattia, alla somministrazione di vaccini, passando per misure non farmacologiche quali le chiusure più o meno generalizzate, il distanziamento interpersonale, l’uso della mascherina e così via.

Ciascuna misura presenta punti di forza e punti di debolezza, per questo è necessario implementarle congiuntamente, integrandole.

L’immagine di fette di emmenthal è stata utilizzata per rappresentare la necessità di integrare le misure finalizzate a contenere la diffusione del virus. Questo modello prende spunto da una teoria sviluppatasi nell’ambito della psicologia cognitiva, è utilizzata nel risk assessment, e considera le misure di contenimento come singole fette del famoso formaggio svizzero, le quali notoriamente prese singolarmente contengono dei buchi.

L’uso della mascherina, per esempio, non protegge adeguatamente, se questa non viene sostituita o lavata regolarmente o se non copre anche il naso. La distanza di un metro e mezzo o di due metri può non essere sufficiente se si passa molto tempo in una stanza chiusa con una persona infetta.

La stessa campagna vaccinale, la cui efficacia non è in discussione, rappresenta dei limiti, che sono intrinseci al vaccino, di organizzazione e di sistema.

Nello studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, che descrive l’efficacia e la sicurezza del vaccino BioNTech-Pfizer in distribuzione attualmente in Europa e Stati Uniti, si legge che a fronte di 8 casi di Covid-19 tra le circa 22.700 persone che avevano ricevuto il vaccino (meno di 4 casi ogni 10.000 vaccinati) i ricercatori hanno osservato 162 persone con sintomi attribuibili al virus nel gruppo di simile numerosità dei non-vaccinati (circa 75 casi su 10.000 non vaccinati). Da queste cifre si ricava un’efficacia del 95%, che è altissima ma non assoluta. Un altro limite è rappresentato dall’assenza di dati definitivi sulla percentuale di positivi asintomatici nella popolazione vaccinata e in quella non vaccinata. Questa lacuna sarà colmata, sostengono i ricercatori, appena possibile.

Il limite di organizzazione si riferisce all’impossibilità di produrre e distribuire il vaccino in tempi brevi a tutta la popolazione. Questo limite è strettamente connesso a quello di sistema, ovvero all’assenza di una produzione pubblica del vaccino, il cui alto valore strategico è tale per cui i Linke, gruppo parlamentare di sinistra tedesco, hanno chiesto al governo federale di imporre a BioNtech e Pfizer di rilasciare licenze per produrre su più ampia scala il vaccino. Un altro tema di attualità in Germania, che mette in luce i limiti di un sistema in cui il mercato agisce come regolatore, è l’assunzione di responsabilità europea e politiche conseguenti per permettere alle popolazioni più svantaggiate della terra di usufruire di questa forma di protezione della salute.

Vi sono dunque elementi di forza e di debolezza delle misure di contenimento della pandemia. Una loro integrazione è assolutamente indispensabile così come imprescindibile è il superamento dei limiti di sistema.

Per concludere, alcuni degli elementi di debolezza qui identificati sono utilizzati per alimentare campagne di disinformazione, che hanno come conseguenza comportamenti come il rifiuto della maschera in luoghi pubblici o del vaccino stesso. Queste campagne, particolarmente pervasive in Germania, hanno origine da gruppi neonazisti e trovano humus favorevole in gruppi esoterici o tra ingenui sostenitori di un ritorno alla Arcadia.

 

Tali comportamenti di rifiuto di politiche di prevenzione individuale e collettiva, continuando con la similitudine iniziale, hanno l’effetto di un topo che scava dal di dentro del formaggio stesso, rendendo i buchi ancora più grandi e difficilmente colmabili. Le strategie che possono aiutare a contrastare queste campagne di disinformazione meritano approfondimenti specifici ed esulano dallo scopo di questo intervento. L’auspicio è che ad ispirarle non siano la forza e la coercizione ma la ragione e la discussione aperta dei fatti della scienza.

Mainz, 10 gennaio 2021

Foto tratta da www.tagesschau.de “Berlino, 29 agosto 2020, manifestanti di fronte al parlamento tedesco. Si riconoscono tra questi alcuni con la Reichsflagge, bandiera che identifica alcuni gruppi di estrema destra“