Di Rosa Porcu

Introduzione metodologica al Testo di Giulia Malavasi (Manfredonia. Storia di una catastrofe continuata, Jaca Book, 2018, pp 348, € 25,00) che s\vela l’operazione simbolica che compie una donna quando scrive la Storia.

Anni fa mi trovai con un gruppo di compagne di lotte a Manfredonia, a Palazzo Celestini dove si svolgono, in genere, i dibattiti più importanti della Città. Dovevamo partecipare ad una iniziativa pubblica che voleva essere la ricostruzione storica delle lotte cittadine dell’88/89 della Città contro l’Enichem. Furono presentati soprattutto documenti visivi: spezzoni di video e interviste. Poiché noi, il gruppo delle amiche, eravamo state protagoniste con moltissime altre donne di quelle lotte (due anni di assemblee organizzate nelle tende fisse in piazza, 10 pullman di donne a Roma per recarci al Parlamento, 60 donne al Parlamento Europeo di Strasburgo per presentare la causa di Manfredonia) eravamo sicure di esserci in quei documenti. Per di più, la lotta delle donne, aveva portato a casa una sentenza che aveva creato un caso di Diritto Internazionale. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 19 febbraio 1998 aveva riconosciuto a favore delle donne di Manfredonia, la violazione dell’art. 8 della Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Uomo contro lo Stato Italiano che era stato costretto a pagare come risarcimento una somma simbolica consegnata alle prime quaranta donne firmatarie. Restammo invece a bocca aperta seguendo lo scorrere delle immagini e delle parole, nel constatare la totale rimozione del ruolo delle donne nelle lotte cittadine.

Iniziavo allora la Ricerca sul simbolico Femminile e questa omissione mi colpì tantissimo come donna e come docente nonché anche tutor di Storia del “900. Tale episodio della mia storia personale lo metto a premessa perché dà corpo ed illumina il senso del mio intervento.

1) Quale operazione compie uno storico quando scrive la Storia?  Parte da un’ipotesi, da una idea di Storia, prende in considerazione varie tesi storiografiche, ipotizza, analizza i Documenti, li mette in Ordine. Compie dunque un’operazione di gerarchizzazione. Così capita anche che ciò che era in periferia possa essere ri\collocato e messo al Centro. E’ quello che accade nel testo di Giulia Malavasi LA STRAGE CONTINUATA. La storia di Manfredonia, Città ferita a morte e DIMENTICATA, sottovalutata, VIENE finalmente MESSA AL CENTRO! Quale centro? Al centro della Storia del nostro Paese, al centro delle scelte economiche compiute dalle classi politiche a fine anni ’60; al centro di un Modello di sviluppo industriale che ha distribuito nel Meridione Cattedrali nel deserto. In particolare industrie di chimica di base con tecnologie già allora obsolete. Allora scrivere la storia di Manfredonia diventa, dopo tanti anni un’operazione di Verità e di Giustizia, una denuncia della Catastrofe Continuata il cui acme è lo scoppio della colonna di raffreddamento che ha riversato nella mattina del 26 settembre 1976 venti tonnellate di arsenico sulla Città. E nel ri\percorrere la storia si diventa sempre più consapevoli che tutto era già scritto dall’inizio. Era già com\preso infatti, nella decisione sciagurata che, questa Città affamata di pane e lavoro, dovesse subire in cambio malattie e morte.

2)  Cosa accade quando è una storica, una donna consapevole di sé a studiare e scrivere la storia? Accade che si compie una RIVOLUZIONE SIMBOLICA. Certo anche gli storici “lasciano un RESTO”, fanno cioè delle scelte rispetto alla storiografia vigente e compiono a volte anche dei tagli rispetto al simbolico dominante. Per le donne, però, scrivere o in generale mettere Parola sulla Realtà “a partire da sé”, è un’OPERAZIONE FONDATIVA nel senso che esse mettono in campo il loro ESSENZIALE. Essenziale INEDITO nel mondo, dunque scrivono UNA NUOVA STORIA. E, a volte, ciò può accadere anche inconsapevolmente!

3) Una donna non esclude, ma include. Include sempre come una madre che fa crescere con lo stessa attenzione, cura e guida materna figlie femmine e figli maschi. Invece accade che uno studioso, uno storico, uno scienziato, anche in maniera inconsapevole, quando studia, Ricerca, nomina, TRA\DISCE il Senso complessivo della Realtà. Ne vede infatti solo UNA PARTE, dunque di essa ne legge e ne evidenzia solo una parte. LA PARTE A LUI VISIBILE.

4) Ecco allora che, nel libro LA CATASTROFE CONTINUATA di Giulia Malavasi, le DONNE, occultate nella carrellata dei documenti di allora a Palazzo Celestini, TORNANO CENTRALI! Riprendono, cioè il posto che esse hanno occupato nelle lotte contro l’Enichem della Città di Manfredonia nell’”88\89, elaborando e costruendo per due anni in Piazza il Progetto di una Città Vivibile non più divisa tra ambientalisti e operai, tra lavoro e malattia e morte. Un segno tangibile era stato, a dieci anni dalle lotte, la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ma non era bastato.  Il testo di Giulia Malavasi ha fatto allora non solo opera di Verità, ma anche di Giustizia dato che il Potere maschile aveva cancellato e occultato questa parte di Storia Cittadina nella fretta di voler rimettere in Ordine una Città che era stata per due anni SOTTO/SOPRA (da titolo felice di una piece teatrale ideata allora da un giovane regista di Manfredonia) a causa della ribellione delle donne.

5) In ultimo. Noi donne protagoniste di quelle lotte siamo diventate oggetto di molti libri scritti da autorevoli autori di testi pubblicati e molto noti. Siamo state e siamo ancora intervistate per numerose Tesi di Laurea sul ruolo delle donne nelle lotte a favore dell’Ambiente ma… se dovessimo fare un bilancio, tutte, sicuramente, ci troveremmo d’accordo sul fatto che NON C’E’ MAI STATO ALCUN RITORNO!  L’autoreferenzialità di coloro, adulti e giovani (anche laureande guidate da professori illuminati), è stata totale! Nessuno di loro ha sentito il bisogno di re/stituire alla nostra Città qualcosa di ciò che avevano preso.

QUESTA, invece, è UNA STORIA DIVERSA anche perché non ci ha tra\dite, ma ci ha restituito il Senso della nostra esperienza ed ha riconosciuto l’impegno per la Rinascita della nostra Città. Ciò è accaduto non solo perché Giulia Malavasi è una storica, una donna, ma perché nel lavoro comune GIULIA è diventata UNA DI NOI. Ha infatti studiato, lottato, analizzato, pensato, elaborato, sperato con noi!

Questa è LA STRADA NUOVA che abbiamo iniziato a percorrere a Manfredonia dal 2015. Questo è il valore aggiunto del LABORATORIO DI DEMOCRAZIA che si chiama RICERCA PARTECIPATA in cui istituzioni, esperti, guide esterne (che sono parte fondamentale della nostra Storia come Nicola Lovecchio il lavoratore sulle cui denunce originò il processo ai dirigenti Enichem) cittadine e cittadini si mettono insieme per curare le ferite di questo territorio e progettare una possibile RI/NASCITA.

* Rosa Porcu ha partecipato come cittadina attiva al progetto di Ricerca Partecipata promosso dall’Amministrazione Comunale di Manfredonia nel 2015.

http://www.ambientesalutemanfredonia.it/

6 gennaio 2019