In articolato documento dal titolo “Dalla parte degli esposti ad amianto: senza se e senza ma. Inail: è ora di cambiare…l’attivo di 27 miliardi deriva anche dalla negazione dei diritti dei lavoratori”, l’AEA (1) denuncia “un palese conflitto di interessi: il soggetto che valuta non può coincidere col soggetto che eroga le provvidenze economiche; per questo motivo riteniamo e ribadiamo che la valutazione del nesso di causa debba passare alla Usl ed essere quindi sottratta all’Inail; dispiace che il ceto politico italiano sia così spappolato da non riuscire a decidere in questa direzione e che , anzi, viste le premesse , il parlamento abbia affidato sempre all’Inail la gestione del fondo di solidarietà vittime dell’amianto; una scelta assurda che contribuisce ad una delle peggiori discriminazione: quella di escludere le vittime non professionali.

Lo stesso ragionamento – prosegue il documento – vale per il riconoscimento delle esposizioni a fini di maggiorazione pensionistica; l’Inail non ha mostrato sufficiente autonomia nei confronti del sistema delle imprese ed ha contribuito con i suoi parametri non scientifici a negare la evidenza per migliaia (in Italia) di lavoratori esposti; lo vediamo anche per l’OGR : a fronte della esemplare , chiara e convincente impostazione data alla valutazione della esposizione da parte, per esempio, della prof. Belpoggi dell’Istituto Ramazzini (ctu per la Corte dei conti novembre 2012) con indicazioni chiare sia di tipo cronologico (1996) che quali-quantitativo del rischio si esposizione, l’Inail insiste, come quasi sempre, troppo in sintonia con il datore di lavoro, su ipotesi non condivisibili né realistiche che pretenderebbero di asserire la scomparsa del rischio o della “esposizione qualificata” in epoche (1988) in cui ciò era ancora drammaticamente lontano.

L’AEA dal 1999 sosteniene anche con proposte di legge parlamentari ” la necessità di un cambiamento: che l’Inail venga esonerata dalla valutazione del nesso di causa nella patologie da lavoro.”

L’associazione inoltre riportata una casistica di situazioni in cui l’INAIL sarebbe impegnata in difese basate su nessuna evidenza scientifica. “Solo in questi mesi come AEA, nella sola area Mantova-Modena-Bologna, stiamo sostenendo ben quattro cause in tribunale contro l’Inail per il disconoscimento della causa professionale di 4 mesoteliomi!!! In Sicilia abbiamo dovuto affrontare il caso di un mesotelioma riconosciuto con un danno biologico del 20% (le tabelle parlano di un danno biologico minimo del 60); Per non parlare dei tumori polmonari disconosciuti o misconosciuti nonostante il dichiarato ruolo “proattivo” asserito dall’Inail e delle patologie da amianto non tabellate o “semitabellate” che sono i tumori gastroenterici, i tumori del rene; ci sono persino tumori laringei in esposti ad amianto disconociuti che costringono lavoratori italiani ad andare in tribunale contro l’ostinazione dell’Inail.”

(1) AEA-associazione esposti amianto e rischi per la salute ha sede ha Bologna ed è presieduta dal dott. Vito Totire (cp 441 40124 Bologna info 333.4147329)