Ancora conferme sulla relazione causale tra emissioni delle centrali, in particolare Cerano, e le malattie ed i decessi a Brindisi e dintorni.

Il 20 settembre scorso la dirigente del Servizio Analisi della Domanda e della Offerta di Salute e Flussi informativi dell’ARES Puglia, l’epidemiologa Lucia Bisceglia, è stata audita dalla Commissione Ambiente del Senato nell’ambito di un’attività tendente a chiarire gli impatti ambientali e sanitari della Centrale Enel di Cerano in Brindisi.

Dopo un exursus sui numerosi studi ambientali e sanitari esistenti su Brindisi e sulla suddetta centrale, la dott.ssa Bisceglia ha anticipato alcuni dati dell’atteso studio di coorte sulla popolazione di Brindisi e di altri 6 comuni, composta da 223934 persone seguite dal 2000 al 2013. Lo studio è stato realizzato per Taranto (questo già presentato il 3 ottobre scorso a Bari in Regione Puglia) e per Brindisi dal Centro Salute e Ambiente finanziato dalla Regione Puglia. Il gruppo di ricerca è guidato dall’epidemiologo del DEP Lazio Francesco Forastiere e la versione definitiva per Brindisi sarà pronta per il dicembre prossimo.

Le anticipazioni, ancora parziali, forniscono “indicazioni preliminari circa un’associazione tra l’esposizione a SO2 utilizzato come tracciante delle emissioni (relative al 1997 ndr) delle centrali di Brindisi (ovvero come surrogato della miscela degli inquinanti emessi dalle centrali) e alcune cause di morte (tutti i tumori, tumore del pancreas, malattie dell’apparato respiratorio). Tali eccessi di mortalità osservati nella coorte dei residenti nell’area di Brindisi nei sottogruppi più esposti agli inquinanti di origine industriale sono coerenti con le indicazioni della letteratura scientifica sugli effetti dell’inquinamento atmosferico.”

“Le precedenti valutazioni di epidemiologia descrittiva – ha aggiunto Bisceglia – relative alla mortalità per gli anni 2006-2011 e all’ospedalizzazione per il periodo 2006-2013 fanno registrare nell’area a rischio e nel comune di Brindisi eccessi rispetto al dato regionale per alcune patologie oncologiche (tutti i tumori, tumore della pleura nel sesso maschile, tumore del polmone, tumore della vescica), per le patologie cardiovascolari e per le patologie respiratorie, soprattutto di tipo cronico.”

Circa lo studio del CNR ( “Secondary Particulate Matter Originating from an Industrial Source and Its Impact on Population Health” (Int. J. Environ. Res. Public Health 2015, 12(7), 7667-7681), pubblicato nel 2015 che suscitò tanto scalpore e tante critiche per l’indicazione di una stima di decessi attribuibili alle emissioni della Centrale di Cerano ( impatto associato ad un valore massimo di di PM2,5 di 0,38 μg/m3, compreso tra 4 e 28 decessi, con un range di incertezza statistica che va da 1 a 44), la dirigente dell’ARES ha dichiarato che è da considerarsi “sovrapponibile ai valori prodotti da ARPA Puglia”. “I rapporti ARPA e CNR presentano alcune analogie, essenzialmente nell’approccio di valutare gli effetti sanitari delle emissioni industriali a prescindere dalla mera verifica del rispetto dei limiti normativi, e alcune differenze.” Queste ultime riguardano la metodologia e le sorgenti considerate.

Alcune di queste anticipazioni sono state presentate i primi di settembre scorso al congresso mondiale di epidemiologia ambientale (ISEE2016). http://salutepubblica.net/la-rivista/255-salute-pubblica.html

Quando nel 2000 il TAR rigettò l’rdinanza di chiusura della Centrale Brindisi Nord la motivazione fu che non vi erano evidenze di danno alla salute. Adesso che le evidenze sono giunte, si attendono scelte coerenti da parte dei rappresentanti istituzionali.

La relazione dell’ARES è scaricabile dal sito del Senato al seguente indirizzo:

https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/004/275/Documentazione_AReS_Puglia.pdf