Analisi preliminare dal 1 marzo 2020 al 20 aprile 2020

Dr. Valerio Gennaro, Ing. Claudio Seccia, Medici per l’Ambiente, ISDE Genova

Come si evince dalle figure e tabelle allegate, dall’inizio della diffusione dei dati da parte della Protezione Civile (PC) ad oggi in Italia sono stati registrati 24.114 decessi per/con COVID-19.  Attraverso l’utilizzo della popolazione residente (fonte ISTAT 1.1.2019) abbiamo stimato il tasso di mortalità cumulativo grezzo (poiché non standardizzato per età né specifico per sesso) che, per l’Italia, corrisponde a 40 decessi ogni 100 mila abitanti. 

Appare evidente una differente data di inizio dell’epidemia, una enorme disuguaglianza tra regioni e rispetto al valore nazionale ed un differente trend di crescita.

Il valore massimo si registra in Lombardia con 123 decessi (ogni 100mila residenti), quello minimo in Calabria (3,9).

Otto regioni presentano valori superiori al nazionale: in ordine decrescente di gravità dopo la Lombardia emergono Valle D’Aosta, Emilia Romagna, provincia di Trento, Liguria, Piemonte, Marche e provincia di Bolzano (47). Anche nell’ultima settimana queste regioni mostrano un andamento temporale simile a quello nazionale.

Le 9 regioni con valori inferiori al nazionale, ma anche inferiore ai 25 casi risultano (in ordine decrescente): Veneto (22,7), Abruzzo, Friuli VG, Toscana (attorno ai 20 casi), Puglia, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Sardegna. Le altre 3 regioni, Basilicata, Sicilia e Calabria, presentano circa 4 decessi (ogni 100 mila residenti) ed anche un trend temporale leggermente migliore di quello nazionale.

Gravità giornaliera, il tasso odierno di mortalità più alto è stato raggiunto nuovamente dalla Liguria con 1,87 casi (ogni 100mila abitanti). Ciò corrisponde a circa il 60% in più del valore italiano (0,75). La Liguria appare anche stabilmente al 5° posto in ordine di mortalità cumulativa. Oggi, con altri 29 decessi, la Liguria ha raggiunto le 957 vittime dall’inizio dell’epidemia. Ciò corrisponde a circa 62 casi (ogni 100 mila abitanti) ovvero il 54% in più del valore italiano.

In conclusione questa prima indagine epidemiologica tenta di confermare e quantificare in modo tempestivo quanto potrà meglio emergere con altre analisi.

Ulteriori analisi demografiche, cliniche, statistiche ed epidemiologiche saranno comunque necessarie per integrare queste prime valutazioni spazio-temporali includendo età, sesso, residenza, patologie pregresse, farmaci, vaccini e, naturalmente, per tipologia, appropriatezza e tempestività dei trattamenti sanitari. 

21 aprile 2020

TABELLE E FIGURE: regioni più e meno interessate

Vedi anche: https://www.piersoft.it/coronavirus/