Il rapporto CEIS 2012 “incrocia” alcuni indicatori socio-economici con indicatori di performance dei servizi sanitari. Gli indicatori socio-economici sono tre: il capitale umano, il capitale sociale e la deprivazione.

Con capitale umanosi vuole rappresentare le risorse “non finanziarie” a disposizione degli individui. Le componenti principali che determinano il capitale umano sono oggi individuate nell’istruzione e nell’informazione.

Gli indicatori assunti sono: persone di 3 anni e più che usano il personal computer; persone di 6 anni e più che usano Internet; dottorato, laurea e diploma universitario; diploma di scuola secondaria superiore; persone di 6 anni e più che leggono quotidiani almeno una volta alla settimana; persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi.

Per capitale sociale è un’ “espressione …. usata da studiosi della società, della politica e dell’economia per designare in modo sintetico una varietà di fenomeni che influenzano sia la qualità del nostro vivere associato, sia il benessere degli individui, sia l’efficienza del mercato. Non è possibile individuare una definizione univocamente accettata di capitale sociale. Nei diversi ambiti in cui il concetto ha trovato applicazione esso ha assunto accezioni diverse che presentano, però, un elemento comune: il capitale sociale è una risorsa fondata sull’esistenza non di risorse strettamente personali, quanto di un qualche tipo di relazioni e/o di norme sociali.” Gli indicatori valutati sono: persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno svolto una riunione in associazioni

culturali, eccetera almeno una volta l’anno; persone di 14 anni e più che parlano di politica tutti i giorni; persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno svolto un’attività gratuita per associazioni volontariato; persone di 3 anni e più che praticano sport in modo continuativo; persone di 14 anni e più molto soddisfatte, per l’anno scorso, del tempo libero; persone di 14 anni e più molto soddisfatte, per l’anno scorso, delle loro relazioni familiari; persone di 14 anni e più molto soddisfatte, per l’anno scorso, delle relazioni con amici.

Un altro indicatore è la deprivazione acquisita  “Gli indici di deprivazione sono strumenti utili anche a fornire una misurazione del fabbisogno di un determinato ambito territoriale/regionale, indicando uno stato di svantaggio in relazione alle condizioni di vita della comunità, alle quali un individuo, una famiglia o un gruppo appartengono.

Sintetizzando le caratteristiche socio-economiche a livello regionale, gli indici di deprivazione rilevano lo “svantaggio” inteso nelle sue diverse dimensioni, su base aggregata. Tali misure inoltre, esprimono e rispecchiano le condizioni di vita, seppure approssimativamente, sia in termini di disagio economico-materiale, sia in termini di svantaggio culturale, sociale e di classe. Evidentemente nella deprivazione possono rientrare elementi di carenza del capitale umano e sociale: nel presente contributo si è, quindi, circoscritto il concetto (per evitare sovrapposizioni con gli indicatori di capitale umano e sociale sopra descritti) alla deprivazione materiale “acquisita”, utilizzando i seguenti indicatori: tasso di disoccupazione (15 anni e più); licenza elementare, nessun titolo di studio; indice di dipendenza degli anziani; nuclei familiari ; monogenitori; indice di affollamento medio nelle abitazioni; tasso di disabilità 6 anni e più; incidenza delle famiglie povere.

Le regioni italiane con gli indici peggiori in ordine crescente , cioè dalla peggiore in su, per il capitale umanosono: Campania, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Calabria, lazio, Molise, marche, Sardegna, Umbria. Le altre hanno valori positivi.

Se si considera il capitale sociale la classifica segue il seguente ordine: Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia, Calabria, Molise, Liguria, Abruzzo, Umbria.

Per la deprivazione acquisita: Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna, Basilicata, Lazio, Molise, Abruzzo.

Il rapporto inoltre prende in considerazione anche il finanziamento del SSN e rileva che “i risultati di esercizio pro-capite cumulati negli ultimi due quinquenni, nel periodo 2006-2010 a livello nazionale si registra una diminuzione:

€ 271 di disavanzo pro-capite, contro gli € 340 del quinquennio 2001-2005”.  Anche il Sud e le Isole, complessivamente assunte, migliorano il risultato pro-capite, da € -461 a € -383 ma peggiorano la Puglia (da € -95 a € -306), Basilicata (da € – 138 a € -202) e Molise (da € – 625 a € -924).