Il 25 febbraio si è svolta a Taranto una fiaccolata nel centro cittadino per ricordare i giovani morti di tumore. L’ultimo in ordine di tempo Giorgio di 15 anni per un sarcoma, tumore raro riconducibile anche all’esposizione alle diossine. “Io dovevo vivere” è stato lo slogan della manifestazione organizzata dall’Associazione Genitori Tarantini. Il Comune ha proclamato una giornata di lutto simbolico e Arcelor-Mittal, la nuova proprietà del siderurgico, ha issato le bandiere a mezz’asta, iniziativa criticata da alcuni gruppi ambientalisti. Alla iniziativa ha partecipato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che è stato contestato dai manifestanti.

Nel 2014 il Rapporto del Registro Tumori Puglia riportava un Tasso Standardizzato di Tumori Infantili a Taranto di 216 contro 169 della regione e 164 dell’AIRTUM (i Registri Tumori Italiani). Nel dettaglio si osserva anche che nella Asl di Taranto i linfomi, i tumori epiteliali e i sarcomi registrano tassi standardizzati di incidenza apprezzabilmente più alti dei tassi AIRTUM (Registro Tumori Puglia, Rapporto 2014). Di seguito un comunicato di Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, sull’innalzamento delle concentrazioni di inquinanti rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente.

L’8 settembre 2018 il ministro Luigi Di Maio aveva fatto una impegnativa dichiarazione sull’ILVA: “Abbiamo installato tecnologie a Taranto che riducono del 20% le emissioni nocive”. I fatti dimostrano l’esatto contrario. Le dichiarazioni del ministro Di Maio sono infatti smentite dalle centraline Arpa installate nella cokeria che registrano valori in aumento per le emissioni diffuse in ambiente.

Abbiamo effettuato un raffronto fra i dati registrati attorno allo cokeria nel bimestre gennaio-febbraio 2019 con i corrispondenti dati del bimestre gennaio-febbraio 2018. In cokeria si registra un incremento del 160% per il benzene, del 140% per l’idrogeno solforato e del 195% per gli IPA totali. Sono tutti inquinanti cancerogeni e anche neurotossici. Per quanto riguarda le polveri sottili misurate attorno alla cokeria, l’Arpa Puglia registra un incremento fra il 18% e il 23% per il PM10 (a seconda del campionatore ENV o SWAM) e del 23% per il PM2,5. Solo per il black carbon viene registrata una leggera riduzione del 5%. Questa è la tabella dei dati che abbiamo elaborato con il software Omniscope. I valori indicati sono le mediane bimestrali.

Si nota una netta differenza fra la gestione commissariale e la nuova. E’ un segnale evidente della scelta di incrementare la produzione. Le tecnologie che Di Maio dice di “aver installato” non si vedono. Ignoriamo quali siano le tecnologie installate di cui Di Maio dà già per avvenuta l’installazione. Siamo di fronte ad un bluff tutto politico fatto di parole a cui non corrisponde alcun dato di realtà. La verità è che ci stiamo incamminando verso una prospettiva priva di reali garanzie per la salute e l’ambiente.

PeaceLink partecipa alla fiaccolata di lunedì a Taranto ricordando a tutti i decisori politici che per l’ILVA occorre una valutazione preventiva del danno sanitario.

L’ILVA continua a emettere sostanze cancerogene e anche neurotossiche. Sono i bambini i soggetti più fragili e i più esposti ai rischi. Siamo solo all’inizio di un aumento della produzione che ci preoccupa. Procedere al buio e senza dati previsionali degli impatti sanitari, come sta facendo questo governo, non è una condotta socialmente responsabile. Di questo passo rischiamo di ritrovarci nei prossimi mesi dentro la fabbrica con valori ancora peggiori che si estenderanno anche al centro abitato. Che fine ha fatto il Principio di Precauzione? Il monitoraggio dentro la fabbrica è la garanzia per prevenire ricadute nocive in città. PeaceLink da questo momento in poi pubblicherà report periodici per segnalare se le centraline dentro l’ILVA forniscono dati in aumento o in calo. Un controllo avanzato e continuativo nel cuore della fabbrica è in questo momento lo strumento per allertare l’opinione pubblica e i lavoratori stessi. 
Alle bugie della politica vogliamo rispondere con i dati scientifici. E questi dati che oggi forniamo non ci confortano affatto. I bambini non possono essere le cavie di un esperimento produttivo di cui stiamo scorgendo solo l’avvio.
A ciò si aggiunge che la popolazione del quartiere Tamburi di Taranto è vicina alle collinette contaminate state sequestrate dalla magistratura. La loro presenza costituisce una fonte di costante inquinamento ambientale e di preoccupazione. Alle collinette inquinate si sommano le polveri dei parchi minerali ILVA (ancora scoperti) che in questi giorni di forte vento si sono riversate sulla città. Non è un ambiente sano quello in cui nascono e crescono i bambini. Il loro cervello è sotto attacco per via delle sostanze neurotossiche che impattano sul neurosviluppo abbassando il quoziente di intelligenza, come ha ricordato la recente trasmissione televisiva Presa Diretta. Alle promesse tradite, alle negligenti condotte, che emergono in questi giorni nelle testimonianze del processo Ambiente Svenduto, occorre rispondere con la mobilitazione vigile e informata dei cittadini e dei lavoratori, tenendo alta l’attenzione e pretendendo tutele e giustizia per Taranto.


Alessandro Marescotti – Presidente PeaceLink

26 febbraio 2019