di Marco Cervino

Utilizzo il testo[1] scritto da un giornalista reggiano, N. Fangareggi, per stilare e proporre alcune riflessioni sulla vaccinazione anti-covid19.

Fangareggi “indovina” il titolo, riprendendo la prima polemica pubblica scatenata da un intervento di Crisanti. Il discorso del giornalista si dipana offrendo a me l’occasione di precisare meglio, e di approfondire e documentare. Partiamo.

il 23 novembre 2020 Nicola Fangareggi ha scritto su 24Emilia [da qui in avanti, in corsivo]

Una tempesta mediatica si è abbattuta sul microbiologo-virologo Andrea Crisanti, già collaboratore del governatore veneto Luca Zaia durante il primo lockdown, per avere pubblicamente dichiarato che, prima di farsi iniettare un vaccino anti-Covid, vuole attendere risultati scientifici che ne comprovino l’effettiva efficacia.

[da qui in avanti, il mio commento, intercalato all’articolo di Fangareggi]

In realtà[2] lo scandalo non è relativo al dubbio sull’efficacia, cioè sulla percentuale di immunizzati rispetto ai vaccinati. Le case farmaceutiche riescono già nelle prime fasi della sperimentazione a fornire dati consolidati derivati dalle decine di migliaia di dosi “sperimentali” somministrate e dai rapidi tempi di immunizzazione. I dati saranno sperabilmente e velocemente validati anche dalle autorità competenti.

La posizione” scomoda” espressa da Crisanti è sulla sicurezza, non in senso generico, ma in relazione a reazioni negative, danni collaterali o peggioramento dello stato di salute a seguito delle somministrazioni. In questo caso, è richiesto un attento seguito dei soggetti sottoposti alla sperimentazione, per misurarne reazioni a breve e medio termine riconducibili al vaccino. Crisanti, che non è un novax, esprime la perplessità tecnica che si possa valutare compiutamente in poche settimane dalla sperimentazione su decine di migliaia di soggetti che andrebbero seguiti per mesi (almeno), e interroga su che cosa possa significare vaccinare centinaia di milioni di soggetti in termini di effetti non prevedibili.

Si dirà: niente di strano. Chiunque vorrebbe sentirsi sicuro di ciò che sta facendo, prima di sottoporsi alla fatidica iniezione. Tale sicurezza non può che derivare dalla trasparenza con cui il preparato è stato sottoposto a test, suddivisi in più fasi, sperimentato e confezionato non solo nella massima sicurezza ma possibilmente anche nella certezza di risultati favorevoli.

Lo stesso Crisanti ha poi detto di non avere previsto una reazione del genere, dai colleghi ai media, e di avere semplicemente dato una risposta basata sul buonsenso.

Questo passaggio non chiarisce il punto in questione, a mio parere. Di nuovo non si distingue fra efficacia e sicurezza, ci si appella alla trasparenza e non alla assenza di tempi tecnici, si invocano risultati certi, quando si tratta di valutare i benefici (da massimizzare) e i costi (da rendere minimi). Non è questione di puro “buonsenso” ma di applicare procedure note e sperimentate.

Invece alle parole sostanzialmente prudenti di Crisanti ha fatto seguito un’ondata di accuse di lesa maestà del vaccino, qualunque esso sia. Il virologo ha commesso un grave errore, è stato detto, nel mettere in discussione bontà ed efficacia del prodotto che si sta testando negli Usa, nel Regno Unito, in Russia, in Italia. È da irresponsabili, è stato aggiunto, far circolare qualsiasi messaggio dubitativo. Ne consegue che qualsiasi vaccino va considerato sin da ora certamente valido, sicuro, affidabile. Porsi qualche domanda è inaccettabile in considerazione suprema delle aziende farmaceutiche.

Condivisibile: si sta aprendo un confronto delicato, e non sarà positivo polarizzarlo fra guelfi e ghibellini, novax e provax a colpi di sensazione, buonsenso, violenza. Si comincia male.

Neppure lo sconcertante episodio che ha visto protagonista il Ceo della Pfizer, il quale ha venduto parte delle proprie azioni della multinazionale quotata a Wall Street proprio sull’onda rialzista creata dall’annuncio della validità del vaccino realizzando un guadagno superiore ai cinque milioni di dollari, è stato valutato dai media come un atto assai deplorevole e indicativo della volontà speculativa di certi super manager.

Non lo sapevo. Non mi sorprende. Ma ero già preoccupato; oltre alla speculazione economica personale, giudicabile dal punto di vista etico (ma purtroppo sono in molti a pensare che etica e business non sono sovrapponibili), ci sono comportamenti di Pfizer già individuati e sanzionati sul piano giudiziario. Sono riportati da M. Newman sul  British Medical Journal in un articolo del 2010 “Bitter pills for drug companies – Pillole amare per le case farmaceutiche”.[3] Inquietante, nel caso riportato, il ruolo dei medici, che si son visti trarre da impaccio dal pronto intervento della casa farmaceutica, lesta a farsi carico del dolo e ad estinguere la sanzione anche per i medici.

E Pfizer non è sola a comportarsi male, è piuttosto noto il caso del Vioxx della Merck[4]. A cui aggiungere infinite controversie giudiziarie sulle politiche dei prezzi, ad esempio il caso degli antitumorali Aspen:[5] dal sito Dell’Autorità Antitrust[6] si legge: Multa dell’Autorità Antitrust da oltre 5 milioni di euro per la multinazionale farmaceutica Aspen per aver fissato prezzi iniqui con rincari fino al 1500% per farmaci salvavita e insostituibili per pazienti oncoematologici, soprattutto bambini e anziani, violando l’art. 102, lettera a) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Dopo aver acquistato da GlaxoSmithKline il pacchetto di farmaci antitumorali, il cui brevetto era scaduto da decenni, infatti, Aspen ha avviato una negoziazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) volta esclusivamente ad ottenere ingenti aumenti di prezzo, pur in assenza delle necessarie giustificazioni economiche. Aspen, pertanto, ha adottato una strategia negoziale particolarmente aggressiva, che ha raggiunto l’apice nella minaccia credibile di interruzione della fornitura diretta dei farmaci al mercato italiano. 

Mi pare ben più grave lucrare sui pazienti oncoematologici, che lucrare in borsa. E infine, per Aspen (dal fatturato annuo miliardario), 5 milioni non sono certo un “deterrente” come per me e voi.

Ancora Fangareggi:

Il passo falso commesso da Crisanti avviene proprio sul terreno della trasparenza. Dunque passo falso non è, almeno nell’interesse dei cittadini, dei malati e dei potenziali futuri contagiati. I grandi gruppi che collegano le aziende della cosiddetta Big Pharma con le università e i massimi centri di ricerca hanno un enorme potere nell’offrire ai governi le migliori soluzioni possibili per affrontare la pandemia. Il meglio della ricerca medica mondiale si è messa al lavoro per elaborare e produrre nella forma più rapida possibile quel prodotto in grado di far decollare una risposta immunitaria in grado di respingere l’infezione o di renderla di fatto inoffensiva.

Gli interessi in ballo sono tali da non potersi concedere il lusso di fallire. Per questo è già scattato il presidio preventivo delle verità accertate: sebbene Crisanti abbia chiesto di poter verificare l’effettiva validità dei vaccini prima di metterli in circolazione, il sistema di Big Pharma gli si è schierato contro all’unisono. Perfino il ministro della Salute, Roberto Speranza, si è spinto a sostenere l’obbligatorietà del vaccino per tutti, misura dalla quale scaturirà verosimilmente un certo dibattito, stante la presenza di circa il 30% degli italiani non intenzionati a farlo.

Ci vorrebbe un giornalismo attento, approfondito e ampiamente documentato sul “sistema di Big Pharma” per accompagnarci in questa fase molto delicata, che decide del futuro della pandemia e di miliardi di esseri umani. Come quello di “Altreconomia” ad esempio, che rimane però in una nicchia e non imitato dai colossi dell’informazione.

  • Vaccino anti Covid-19: gli interessi universali contro la logica del profitto. di Cristiano Barducci — 1 Giugno 2020[7]. Il 9 novembre 2020 l’azienda farmaceutica Pfizer ha annunciato ieri un “vaccino efficace al 90%” e “50 milioni di dosi entro l’anno”. Come funziona il settore dei vaccini, quali sono i suoi protagonisti e quanto “pesano” gli interessi pubblici?
  • Nei paradisi fiscali i profitti dell’azienda che produce il test rapido sul Covid-19. di Marta Facchini — 21 Ottobre 2020 [8]

Conclude così, Fangareggi:

Si punterà sul vaccino obbligatorio per cercare di raggiungere la celebre immunità di gregge? Oppure saranno troppi gli italiani disobbedienti? Gli scienziati riusciranno a trovare l’unanimità per offrire ai governi soluzioni accettabili per tutti? È ancora presto per rispondere, perché il vaccino non è ancora arrivato. Nei primi mesi del 2021 la questione sarà sul tavolo del governo e delle diverse istituzioni coinvolte. Siamo certi che non sarà una discussione facile.

La discussione già adesso non è facile, non deve essere ridotta a vaccino obbligatorio o no, e gli scienziati non sono neutrali. Ci saranno sufficienti “cittadini liberi e pensanti” (mutuando il nome da una fertile associazione di cittadini tarantini oppressi dall’inquinamento dell’acciaieria e dai ricatti dell’economia) capaci di intimare a media, esperti e politici una qualità e trasparenza di discussione, necessarie per uscire da questa crisi senza essere travolti?

Reggio Emilia, 23/11/2020   

Marco Cervino

PS proprio oggi esce su Nature on line una nota a firma  D. Cyranoski dal titolo “Why emergency COVID-vaccine approvals pose a dilemma for scientists” Immunizations are speeding towards approval before clinical trials end, but scientists say this could complicate efforts to study long-term effects. [“Perché le approvazioni di emergenza del vaccino COVID rappresentano un dilemma per gli scienziati” Le vaccinazioni stanno accelerando verso l’approvazione prima della fine degli studi clinici, ma gli scienziati dicono che questo potrebbe complicare gli sforzi per studiare gli effetti a lungo termine.][9].

Si tratta di una nota molto informativa che dovrebbe essere tradotta in molte lingue e fatta comprendere a tutti i portatori di interesse della questione, che siamo davvero tanti.


[1] https://www.24emilia.com/vaccini-vietato-fare-domande/

[2] Le parole di Crisanti riportate dal Corriere della Sera (il neretto è mio): «Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie» https://www.corriere.it/cronache/20_novembre_20/crisanti-il-vaccino-gennaio-io-non-farei-8795e32a-2b03-11eb-9939-58d0486c3785.shtml

[3] È stata la più grande multa mai inflitta in America, il più grande accordo per frode sanitaria nella storia del Dipartimento di Giustizia e il più grande accordo per frode civile mai pagato da una compagnia farmaceutica. È stato, ha detto Kevin Perkins, vicedirettore della divisione investigativa penale del Federal Bureau of Investigation “un chiaro messaggio” alle aziende farmaceutiche che non sarebbero stati autorizzati a “spacciare le loro prescrizioni o prodotti per usi oltre il loro previsto scopo – approvato dal governo federale -.” Pfizer aveva appena accettato di essere multata con una multa record di $ 2,3 miliardi (£ 1,5 miliardi; € 1,8 miliardi) per aver promosso illegalmente quattro farmaci – valdecoxib, ziprasidone, linezolid e pregabalin – per usi che la Food and Drug Administration statunitense non aveva approvato. La società è stata anche accusata di aver pagato incentivi o “tangenti” ai medici per prescrivere i farmaci, accusa che è stata anche risolta secondo i termini dell’accordo. Entrambe le pratiche sono considerate fraudolente negli Stati Uniti, perché significano che i programmi sanitari del governo stanno pagando farmaci che potrebbero non funzionare in modo efficace o non sono necessari. Il giorno dopo l’annuncio della multa, il New York Times ha sottolineato che $2,3 miliardi ammontavano a meno di tre settimane di vendite di Pfizer. E le autorità statunitensi hanno ammesso che Pfizer commercializzava illegalmente i suoi farmaci nello stesso momento in cui stava negoziando i termini della transazione. per un reato simile, precedente. BMJ 2010; 341 doi: https://doi.org/10.1136/bmj.c5095 (Published 17 September 2010) Cite this as: BMJ 2010;341:c5095

[4] Merck, 950 milioni, 2011. Punita per la promozione irregolare dell’antidolorifico Vioxx e anche per aver occultato ai danni del governo i risultati di studi sulla sicurezza del farmaco. https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-11-19/maxi-risarcimenti-farmaceutica-224509.shtml?uuid=ABWjkJe

[5] Relazione linkata in AGCM http://www.quotidianosanita.it/allegati/create_pdf.php?all=6714036.pdf  ripreso anche in https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=50796

[6] https://www.agcm.it/media/comunicati-stampa/2016/10/alias-8419

[7] https://altreconomia.it/covid-19-gli-interessi-sul-vaccino/

[8] https://altreconomia.it/nei-paradisi-fiscali-i-profitti-dellazienda-che-produce-il-test-rapido-sul-covid-19/?www.altreconomia.it?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=28ottNONABB

[9] https://www.nature.com/articles/d41586-020-03219-y?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=bbb69b275e-briefing-dy-20201123&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-bbb69b275e-43579201