di Vito Totire

Il 24 luglio di due anni fa alle ore 12,30 saltava in aria una fabbrica di fuochi artificiali a Modugno; esito finale 10 morti di cui tre immigrati (due indiani e un albanese) ; ci siamo chiesti e continuiamo a chiederci per quale motivo l’informazione su questa drammatica vicenda sia stata così scarsa fino ad oggi ; risultano chiuse le indagini e dissequestrata l’area; le ipotesi circolate a mezzo stampa circa le cause della strage parlano di un innesco causato da un paio di forbici che recidevano una miccia; l’innesco ha poi avuto conseguenze disastrose a catena a causa della ampia dispersione ambientali di polveri esplosive sia in lavorazione che stoccate nei prodotti che disseminate “sfuse”; si è saputo che c’era (o c’è) un indagato per strage; si è parlato di qualche lavoratore senza contratto, di uno studente (tra i deceduti) che non era nella condizione di lavoratore dipendente; così si è parlato di un documento di valutazione dei rischi lacunoso;

SIAMO GIA’ INTERVENUTI IN OCCASIONE DEL PRIMO ANNIVERSARIO CON ALCUNE PROPOSTE MA NON ABBIAMO RICEVUTO ALCUN RISCONTRO DA FONTI E AGENZIE ISTITUZIONALI; evidentemente alcuni preferiscono il silenzio alla discussione ed alla informazione;

è doveroso per noi tentare di insistere per rispetto dei morti e per ragionare sugli scenari possibili di prevenzione; e dunque insistiamo su questi obiettivi e/o interrogativi :

  • proponiamo al consiglio comunale ed ai cittadini di impegnare, con un odg, il sindaco e la Asl locale a redigere un rapporto sull’evento e su tutti i postumi fisici ma anche sociali e psicologici ;
  • l’opinione pubblica vorrebbe sapere: come le vittime e le loro famiglie sono state risarcite
  • come va avanti il procedimento penale e quello in materia di responsabilità civile?
  • è doveroso che qualora il soggetto ritenuto responsabile non fosse nelle condizioni materiali di risarcire subentri su questa questione in maniera vicariante lo Stato italiano vale a dire con un decreto governativo per i risarcimenti
  • riteniamo necessario fare il quadro complessivo dell’impatto sociale della strage di Modugno: in Italia e nel mondo si continua a produrre una merce inquinante e mortifera e si continua a farlo come prima in un contesto produttivo in cui davvero l’errore di usare un paio di forbici di metallo può scatenare una catastrofe?
  • una delle questioni su cui non c’è stata chiarezza definitiva è stata se nell’insediamento industriale fosse presente cemento-amianto; possiamo, finalmente, saperlo adesso, dopo due anni?
  • ancora non c’è chiarezza agli occhi della opinione pubblica: tutte le persone colpite e decedute avevano un regolare contratto?

La nostra opinione la diciamo da anni: stiamo parlando di una merce inquinante, nociva e mortifera sulla quale sosteniamo un programma preciso: stop alla produzione ed alla commercializzazione;

non ci pare che la nostra proposta abbia avuto particolare accoglienza con risultati materiali positivi; mancano i dati nazionali sui consumi ma le grandi kermesses continuano imperterrite: in primis dalla cosiddetta “notte rosa” dell’inizi di luglio (da Comacchio a Pesaro non riusciamo a sapere quanto si è speso) ad una miriade di feste del santo (la “chiesa ufficiale” interpellata sullo spreco , per ora, ha riferito che “lo sparo” fa parte del pacchetto della festa…insomma pare vada bene anche alla chiesa di Francesco un po’ meno francescana di quanto ci saremmo aspettati, nonostante la nota enciclica consegnata in copia a mr. Trump…); ma le occasioni per sprecare ed inquinare sono infinite: a s.Antimo si ha notizia che i fuochi artificiali hanno salutato la elezione del sindaco…c’era infatti molto da festeggiare visto che il candidato era unico…ma persino l’Istituto Ramazzini si abbandona ai fuochi artificiali il 3 agosto prossimo, per non parlare delle feste dell’Unità, tanto per chiarire che quel si intendeva rottamare non erano le cattive ed inquinanti abitudini…

Dunque: tutto va bene madama la marchesa? Addirittura l’Italia ha partecipato “con orgoglio” al festival mondiale dei fuochi pirotecnici in Vietnam dove forse i fuochi sono vissuti come una forma di scaramanzia per ricordare il passato pericolo di ben altri fuochi lanciati dalla forze armate statunitensi solo pochi decenni fa…

Comunque sia il nostro messaggio è questo :

non dimenticare Modugno!

il luogo peraltro , già sede della fabbrica di morte Tecnovar che ha sparso terrore e mutilazioni in tutto il mondo, non può indurre affatto al rischio di rimozione…

La strage di Modugno non deve essere “archiviata” in nessun senso;

in occasione del secondo anniversario proponiamo in segno di lutto una giornata di digiuno in memoria delle vittime e per sollecitare ancora l’unica decisione ragionevole possibile: stop alla produzione ed alla commercializzazione di fuochi artificiali; non “basta” trasferire le produzioni in Albania e in Cina anzi queste delocalizzazioni sono solo foriere di nuove possibili e probabili stragi;

le feste, quelle laiche e quelle religiose, non solo non hanno bisogno di inquinare ma anzi se inquinano non sono vere feste.

Auspichiamo segnali e contatti da parte di cittadini di Modugno per discutere come andare avanti.

*Associazione Esposti Amianto e Circolo Chico Mendes di Bologna

vitototire@gmail.com